venerdì, settembre 01, 2006

Back to work! per chi ce l'ha!

Abbiamo meno soldi, quindi facciamo vacanze più brevi in luoghi più vicini.
Comunque, tornare al lavoro dopo una pausa può generare un certo shock. Allora di seguito riporto i consigli dell'OMS.
MENO ITALIANI COLPITI DA SINDROME DA RIENTRO
(da Farmacia.it - 28 agosto 2006)
"Cala notevolmente il numero di italiani che al ritorno dalle vacanze si ammala di “sindrome da rientro”, ovverosia di quell’insieme di sintomi di origine ansioso-depressiva che talvolta fa la sua comparsa al rientro dalle ferie.
Ad affermarlo il direttore del Centro collaboratore dell' Organizzazione mondiale della Sanità per la Medicina del turismo Walter Pasini.''Dai primi dati sembra che gli italiani che soffrono della sindrome da rientro siano in calo, probabilmente per il fatto che si e' accorciata la durata delle ferie e che si scelgono con meno frequenza destinazioni esotiche o che queste stanno diventando familiari ai turisti nostrani''.
La "sindrome da rientro" si manifesta con stanchezza, sudorazione, irascibilità, inadeguatezza anche nei confronti delle cose più semplici, disturbi del sonno e paura del futuro.
I sintomi durano di solito solo pochi giorni, ma può prolungarsi per oltre un mese. La frustrazione e la delusione conseguenti ad un viaggio insoddisfacente, le lunghe code e lo stress e la fatica conseguente possono accentuare i sintomi.
Come affrontarla? “E’ necessario darsi tempo per recuperare la forma e l'efficienza psico-fisica e non sovraccaricarsi di lavoro nei primi giorni dopo il rientro; bisogna concedersi le necessarie ore di riposo notturno e concentrarsi su pensieri positivi circa le opportunità che i prossimi mesi ci offriranno'', conclude Pansini. La Sindrome da rientro dura solitamente qualche giorno ma può perdurare per oltre un mese a seconda della durata del periodo del viaggio. Solitamente più è lunga la vacanza, più è diversa rispetto alle normali attività, maggiore è lo sforzo per recuperare l’efficienza lavorativa, la forma psico-fisica che ci consentiva di avere successo nella professione svolta. La vacanza, come tempo connesso al risposo ed allo svago, provoca un allontanamento dagli schemi mentali abituali che ci consentivano di organizzare la giornata lavorativa e di risolvere i problemi della vita quotidiana. Ne consegue che si può verificare un quadro di Wash Out che può essere fortemente ansiogeno. Si dimenticano progetti, appuntamenti, numeri telefonici, schemi mentali, in breve si teme di perdere ciò che si aveva, con conseguenze sul piano economico, professionale, affettivo. Si teme di non essere più ciò che si era prima delle vacanze. Era stato il nostro cervello che per consentirci il riposo aveva cancellato il superfluo e talora anche più.
Per gestire correttamente la sindrome da rientro occorre:
1. sapere che ì sintomi ansiosi che proviamo sono probabilmente sindrome da rientro ed accettarli, senza assecondarli alimentandoli con pensieri negativi,
2. darsi tempo per recuperare la forma e l’efficienza psico-fisica e non sovraccaricarsi di lavoro nei primi giorni di lavoro.
3. concedersi le necessarie ore di riposo notturno,
4. concentrarsi su pensieri positivi circa le opportunità che i prossimi mesi ci offriranno.

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